Manifesto del surrealismo, 1931
Trascritto per il MIA da Hectòr Ternàz
Sii tollerante. Conserva fermamente la tua fede o la tua convinzione, ma ammetti che si abbia una fede o una convinzione diversa. Non fare nulla, non dire nulla che possa offendere la credenza di un altro uomo: è una cosa intima della coscienza umana, tanto delicata che sfiorandola si sciupa. Paul Doumer A partire dal 10 maggio 1931, a Madrid, Cordova, Siviglia, Bilbao, Alicante, Malaga, Granada, Valenza, Algeciras, San Roque, La Linea, Cadice, Arcos de la Frontera, Huelva, Badajoz, Jeres, Almeria, Murcia, Gijon, Teruel, Santander, La Coruna, Santa Fè, ecc., la folla ha incendiato le chiese, i conventi, le università religiose, ha distrutto le statue, i quadri che questi edifici contenevano, ha devastato le sedi dei giornali cattolici, ha scacciato con fischi e urli i preti, i frati e le monache, che ora passano in fretta le frontiere. Cinquecento edifici distrutti all'inizio non chiuderanno questo bilancio di fuoco.
Opponendo a tutti i roghi un tempo drizzati dal clero spagnolo la grande luce materialista delle chiese incendiate, le masse sapranno trovare nei tesori di quelle chiese l'oro necessario per armarsi, per lottare e per trasformare la rivoluzione borghese in Rivoluzione proletaria.
Per il restauro di Nostra Signora del Pilar a Saragozza, ad esempio, la sottoscrizione pubblica di venticinque milioni di pesetas è già coperta per metà: si esiga questo denaro per i bisogni rivoluzionari e si abbatta il tempio del Pilar dove da secoli una Vergine serve a sfruttare milioni di uomini! Una chiesa in piedi, un prete che può officiare, sono altrettanti pericoli per l'avvenire della Rivoluzione.
Distruggere con tutti i mezzi la religione, cancellare fin le vestigia di quei monumenti di tenebre dove si sono prosternati gli uomini, annientare i simboli che un pretesto artistico cercherebbe invano di salvare dal grande furore popolare, disperdere la pretaglia e perseguitarla nei suoi ultimi rifugi, ecco ciò che, nella loro comprensione diretta dei compiti rivoluzionari, hanno intrapreso di loro iniziativa le folle di Madrid, Siviglia, Alicante, ecc. tutto ciò che non sia violenza quando si tratta di religione, dello spaventapasseri Iddio, dei parassiti della preghiera, dei professori della rassegnazione, è paragonabile al patteggiamento con quel verminaio del cristianesimo, che deve essere sterminato.
Ciò che fu, per interi secoli, l'ausilio e il sostegno delle loro Cattolicissime Maestà è oggi preda di una bella fiamma che speriamo si estenda a tutti i monasteri, a tutte le cattedrali di Spagna e del mondo. Già l'URSS, dove centinaia di chiese sono state fatte saltare in aria con la dinamite, trasforma gli edifici del culto in circoli operai, in capannoni per patate, in musei antireligiosi. La massa rivoluzionaria spagnola si è immediatamente rivolta contro l'organizzazione dei preti che in tutti i luoghi sono, insieme alla polizia e all'esercito, i difensori del capitalismo. Ma se prima cura della Repubblica borghese è stata quella di dichiarare che il culto cattolico rimaneva religione di Stato, il suo secondo compito è di ridurre con la forza coloro che hanno deciso di abbattere tutti gli edifici sacri. Il passo del nunzio apostolico presso Alcalà Zamora ha posto il governo repubblicano e socialista agli ordini del Papa.
Una giustizia sommaria conduce già dinanzi al plotone d'esecuzione i comunisti colpevoli d'iconoclastìa. I paurosi borghesi manterranno il clero nelle sue terre perché la divisione dei beni ecclesiastici non può essere che il segnale della divisione dei beni laici. I borghesi hanno bisogno dei preti per mantenere la proprietà privata e il sistema del salario. Non potrebbero separare la Chiesa dallo Stato. Soltanto il Terrorismo delle masse effettuerà questa separazione: il proletariato armato e organizzato farà giustizia dei banchieri e degli industriali aggrappati alle gonne nere dei preti. Il fronte antireligioso è il fronte essenziale della tappa attuale della Rivoluzione spagnola. In Francia, l'ampliamento della lotta antireligiosa sosterrà la Rivoluzione spagnola. Atei francesi, non tollererete che, in nome di un diritto di asilo assolutamente fallace, la Francia, nonostante la separazione della Chiesa dallo Stato proclamata nel 1905, consenta che sul suo territorio si stabiliscano le congregazioni fuggite dalla Spagna rivoluzionaria. È già abbastanza grave che siano accadute, all'arrivo del re Alfonso, le scandalose manifestazioni di Parigi. Voi imporrete, con un'agitazione che saprà essere degna dei magnifici fasci di scintille apparsi al disopra dei Pirenei, il riflusso dei religiosi verso la frontiera, dove li aspetteranno ben presto i tribunali di salute pubblica. Voi esigerete a un tempo il rimpatrio, insieme ai loro confessori, dei banditi reali che devono essere giudicati dai loro sudditi di ieri e dalle loro vittime di sempre. Voi farete delle vostre rivendicazioni di solidarietà con gli operai e i contadini in armi della Spagna una tappa della vostra lotta per la conquista del potere in Francia a opera del proletariato che, solo, saprà spazzare via Iddio dalla superficie della terra.
Ultima modifica 21.11.2012