VII Conferenza Panrussa del POSDR

(«Conferenza d'aprile»)

Vladimir Lenin (1917)

 


28-29 aprile (11-12 maggio) 1917
Trascritta da Mishù, Novembre 2003.


 

Risoluzione della conferenza sulla questione agraria
Risoluzione della conferenza sulla questione nazionale

Risoluzione della conferenza sulla questione agraria
28 aprile (11 maggio)

pubblicata nella Pravda, n° 45, 30 (13 maggio) aprile 1917

 

L'esistenza della proprietà fondiaria è, in Russia, il sostegno materiale del potere dei proprietari terrieri feudali e l'arra di una possibile restaurazione della monarchia. Essa condanna inevitabilmente la schiacciante maggioranza della popolazione della Russia, i contadini, alla miseria, alla servitù, all'oppressione, e condanna tutto il paese a restare indietro in tutti i campi della vita.

La proprietà contadina in Russia, - sia delle terre ripartite (delle comunità o delle singole famiglie) che delle terre private (affittate o comprate), - è avvinta, in tutti i sensi, dai vecchi vincoli e rapporti semifeudali, dalla divisione dei contadini in categorie, ereditate dal tempo della servitù della gleba, dalla dispersione degli appezzamenti, ecc. La necessità di spezzare tutte queste barriere, invecchiate e nocive, la necessità di «abbattere le barriere» della terra, di riformare tutti i rapporti della proprietà terriera e dell'agricoltura adattandoli alle nuove condizioni dell’economia russa e mondiale, costituisce la base materiale dell’aspirazione dei contadini alla nazionalizzazione di tutte le terre dello Stato.

Qualunque siano le utopie piccolo-borghesi con i quali tutti i partiti e i gruppi populisti rivestono la lotta delle masse contadine contro la proprietà terriera feudale e contro tutti i vincoli feudali della proprietà e dell’uso della terra nella Russia in generale, questa lotta esprime di per sé una tendenza del tutto democratica-borghese, assolutamente progressiva ed economicamente necessaria per spezzare decisamente tutti quei vincoli.

La nazionalizzazione della terra, che è una misura borghese, equivale alla massima libertà della lotta di classe possibile e concepibile nella società capitalista, e alla liberazione del godimento della terra da tutti gli accessori non borghesi. Inoltre, la nazionalizzazione della terra, vale a dire l’abolizione della proprietà privata della terra, sarebbe, in pratica, un colpo così potente alla proprietà privata di tutti, in generale, i mezzi di produzione, che il partito del proletariato deve concorrere in tutti i modi a tale trasformazione.

D'altra parte, i contadini benestanti della Russia hanno già creato da molto tempo gli elementi di una borghesia contadina, e la riforma agraria di Stolypin ha indubbiamente rafforzato, moltiplicato e consolidato questi elementi. All'altro polo della campagna, si sono andati egualmente rafforzando e moltiplicando i salariati agricoli, i proletari e la massa, ad essi vicina, dei contadini semiproletari.

Quanto più decisa e conseguente sarà l'abolizione e la soppressione della proprietà fondiaria, quanto più decisa e conseguente sarà, in generale, la trasformazione agraria democratica borghese in Russia, con tanta maggior forza e rapidità si svilupperà la lotta di classe del proletariato agricolo contro i contadini benestanti (borghesia contadino),

O il proletariato urbano saprà trascinare dietro a sé il proletariato rurale ed unire ad esso la massa dei semiproletari della campagna, o questa massa seguirà invece la borghesia rurale, che mira all'alleanza con Guckov, con Miliukov, con i capitalisti e con i proprietari fondiari, e con la controrivoluzione in generale: da questa alternativa dipenderanno le sorti e l'esito della rivoluzione russa, nella misura in cui la rivoluzione proletaria che incomincia in Europa non eserciterà nel nostro paese la sua potente influenza immediata.

Partendo da tale situazione di classe e da tale rapporto di forze, la conferenza stabilisce:

1. Il partito del proletariato lotta con tutte le forze per la confisca immediata e completa di tutte le terre dei proprietari fondiari in Russia (e di quelle degli appannaggi, del clero, della Corona, ecc.).

2. Il partito si dichiara recisamente per l'immediato passaggio di tutte le terre nelle mani dei contadini, organizzati nei Soviet dei deputati contadini oppure in altri organismi autoamministrativi locali, effettivamente eletti in modo completamente democratico, e completamente indipendenti dai proprietari fondiari e dai funzionari.

3. Il partito del proletariato esige la nazionalizzazione di tutte le terre esistenti nello Stato; con la nazionalizzazione – che è il passaggio allo Stato del diritto di proprietà di tutte le terre – il diritto di disporre delle terre passa alle amministrazioni democratiche locali.

4. Il partito deve lottare risolutamente tanto contro il governo provvisorio, il quale, e per bocca di Scingarev e con le sue dichiarazioni collettive, impone ai contadini un accordo «volontario con i latifondisti», cioè, di fatto, una riforma a vantaggio dei proprietari fondiari, e minaccia di punire i contadini che «si fanno giustizia da sé», ossia minaccia di ricorrere alla violenza della minoranza della popolazione (proprietari fondiari e capitalisti) contro la maggioranza, quanto contro le esitazioni piccolo-borghesi della maggioranza dei populisti e dei menscevichi socialdemocratici, che consigliano ai contadini di non prendere tutte le terre fino all'Assemblea costituente.

5. Il partito consiglia ai contadini di prendere la terra in modo organizzato, senza tollerare il benché minimo danno ai beni, e di curare l'aumento della produzione.

6. Tutte, in generale, le trasformazioni agrarie possono riuscire ad esser salde soltanto con la completa democratizzazione di tutto lo Stato, cioè, da una parte, con l'eliminazione della polizia, dell'esercito permanente della burocrazia che è, di fatto, privilegiata e, d'altra parte, con la più ampia autonomia amministrativa locale, completamente libera da ogni sorveglianza e tutela dall'alto.

7. E' necessario passare immediatamente e dovunque all'organizzazione separata ed autonoma del proletariato agricolo, sia nei Soviet dei deputati salariati agricoli (ed anche in speciali Soviet dei deputati cittadini semi proletari), sia organizzando dei gruppi o delle frazioni proletarie nei Soviet generali dei deputati contadini, in tutti gli organi amministrativi locali ed urbani, ecc.

8. Il partito deve sostenere l'iniziativa dei comitati contadini i quali, in diverse località della Russia, trasmettono le scorte vive e morte dei proprietari fondiari ai contadini organizzati in questi comitati perché siano utilizzate specialmente, in modo razionale, per la coltivazione di tutte le terre.

9. Il partito del proletariato deve consigliare ai proletari ed ai semi proletari della campagna di adoprarsi a fare di ogni tenuta fondiaria un'azienda modello abbastanza grande, la quale dovrebbe essere gestita per conto della società dai Soviet dei deputati salariati agricoli, con la direzione di agronomi e con l'impiego dei migliori mezzi tecnici.

Risoluzione della conferenza sulla questione nazionale
29 aprile (12 maggio)

pubblicata nella Soldatskaia Pravda, n° 13, 3 (16) maggio 1917

 

La politica dell'oppressione nazionale, eredità dell'autocrazia e della monarchia, è sostenuta dai proprietari fondiari, dai capitalisti e dalla piccola borghesia, al fine di salvaguardare i loro privilegi di classe e di disunire gli operai di diverse nazionalità. L'imperialismo moderno, rafforzando l'aspirazione a sottomettere i popoli più deboli, rappresenta un nuovo fattore nell'aggravamento del giogo nazionale.

Se nella società capitalista si può eliminare il giogo nazionale, ciò è possibile soltanto quando lo Stato è retto a regime repubblicano democratico conseguente, il quale garantisce l'eguaglianza assoluta di tutte le nazioni e di tutte le lingue.

A tutte le nazioni che compongono la Russia deve essere riconosciuto il diritto di separarsi liberamente e di costituire uno Stato indipendente. Negare un simile diritto e non prendere i provvedimenti atti a garantirne l'applicazione pratica, equivale a sostenere la politica di conquiste e di annessioni. Soltanto il riconoscimento da parte del proletariato del diritto delle nazioni a separarsi, garantisce la solidarietà completa degli operai delle diverse nazioni e favorisce l'unione nazionale, veramente democratica.

Il conflitto sorto nel momento attuale tra la Finlandia e il governo provvisorio russo, dimostra con particolare evidenza che negare il diritto alla libera separazione porta semplicemente alla continuazione della politica dello zarismo.

Non è permesso di confondere la questione del diritto delle nazioni a separarsi liberamente con la questione dell'utilità della separazione per questa o quella nazione, in questo o quel momento. Questo ultimo problema il partito del proletariato lo deve risolvere in ogni caso particolare, in modo assolutamente indipendente, dal punto di vista degli interessi dello sviluppo sociale nel suo insieme e nell'interesse della lotta di classe del proletariato per il socialismo.

Il partito esige una larga autonomia regionale, la soppressione della sorveglianza esercitata dall'alto, l'abolizione della lingua ufficiale obbligatoria e la delimitazione delle frontiere delle regioni che devono avere una propria amministrazione e un governo autonomo, sulla base della valutazione che la popolazione stessa della località dà delle condizioni economiche e di vita, della composizione nazionale della popolazione, ecc.

Il partito del proletariato respinge categoricamente la cosiddetta «autonomia culturale nazionale», vale a dire lo stralcio degli affari concernenti l'istruzione pubblica, ecc. dalla competenza dello Stato per rimetterle nelle mani di Diete nazionali sui generis. L'autonomia culturale nazionale divide artificialmente gli operai che abitano in una stessa località, che lavorano persino in una stessa officina, secondo la loro appartenenza a questa o quella «cultura nazionale». Rafforza cioè il legame degli operai con la cultura borghese delle singole nazioni, mentre la socialdemocrazia invece si pone il compito di rafforzare la cultura internazionale del proletariato mondiale

Il partito esige che sia inclusa nella Costituzione una legge fondamentale che proclami inammissibili tutti i privilegi di ogni qualsivoglia nazione, come pure ogni violazione dei diritti delle minoranze nazionali.

Gli interessi della classe operaia esigono che gli operai di tutte le nazionalità della Russia si fondano in organizzazioni proletarie uniche: politiche, sindacali, cooperative, educative, ecc. Soltanto una tale fusione degli operai delle diverse nazionalità in organizzazioni uniche permetterà al proletariato di condurre una lotta vittoriosa contro il capitale internazionale e il nazionalismo borghese.


Ultima modifica 23.12.2003